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martedì 8 aprile 2014

L'Autocarro e la sua storia by Bertrans Srl Transport and Logistics



La parola autocarro,deriva dal francese , camion (carro)nel XIV secolo, ed è un mezzo di trasporto singolo e differisce dagli altri veicoli adibiti al trasporto su strada, come i rimorchi o i semirimorchi, perché fornito di motricità propria.

Nel caso che sia accoppiato ad un'appendice, ad esempio un rimorchio, in questo caso è un autotreno.


Si parla di un autoarticolato quando un complesso veicolare costituito da un trattore stradale e da un semirimorchio, entrambi ,sono regolamentati in maniera differente rispetto all'autotreno.




Il primo autocarro della storia nasceva nel 1896,dopo vari tentativi tramite dei motori a vapore .L'estetica, migliorò con l'adozione di una carrozzeria chiusa che proteggeva il guidatore, con il motore posizionato davanti all'abitacolo ed il moto che veniva trasferito alle ruote tramite una catena.Si passava alle ruote in gomma piena e alla presenza della prima diversificazione dei vani di carico, chiusi.


Negli anni trenta vi furono cambiamenti importanti , il motore, venne portato davanti e sopra l'asse stesso, ottenendo una migliore distribuzione del peso sull'automezzo ed un aumento nella portata di carico. Le ruote in legno venivano abbandonate in favore di cerchi in metallo e i freni, sino ad allora limitati di norma alle ruote anteriori, si ampliarono anche all'asse posteriore del veicolo. Nelle città si vedevano sempre più autocarri ad effettuare le consegne e diventava sempre più diffusa la soluzione delle carrozzerie interamente in metallo e senza una divisione esterna tra abitacolo e vano di carico.

Anche le motorizzazioni si spostando da quelle a benzina verso quelle diesel; soprattutto dopo l'inizio della produzione in serie delle pompe di iniezione cominciata nel 1927 .


Il decennio successivo vide nuovamente l'autocarro al centro dell'attenzione soprattutto per la sua attività in campo bellico.




Negli anni cinquanta si videro i primi motori provvisti di turbocompressore e le potenze ebbero così un'impennata arrivando mediamente intorno ai 200 CV. L'unica cosa che non aveva fatto grandi passi da gigante era la cura dell'allestimento interno delle cabine.

L'importanza dell'autista venne presa in considerazione solo negli anni successivi con il un maggior isolamento termico ed acustico, sedili più ergonomici ed ammortizzati, l'utilizzo del servosterzo, l'inserimento di supporti antivibrazioni (poi sostituiti da un impianto di sospensioni) tra cabina e telaio e, della presenza di un vano letto dietro i sedili di guida atto ad alloggiare il guidatore nelle soste notturne
.Gli anni anni settanta e ottanta videro la ricerca indirizzata alla sicurezza dell'autocarro migliorando la visibilità verso l'esterno del guidatore, all'introduzione di barre rigide sui fianchi e al posteriore per impedire agli altri veicoli di potersi infilare al di sotto dell'autocarro in caso di incidente, all'introduzione di freni a disco e con la presentazione delle prime sospensioni ad aria che migliorarono nettamente l'assetto di marcia.





Inoltre si sviluppava anche una tecnologia ,il CB che permetteva ai trasportatori di rimanere sempre in contatto tra di loro e a volte anche con le loro sedi, cosa molto utile ad esempio per segnalare problemi di viabilità .
L'ultimo decennio del secolo vide alla messa in produzione di motori con sempre minor numero di emissioni inquinanti e che consentissero contemporaneamente una riduzione generalizzata dei consumi.
Poiché lo scopo degli autocarri è il trasferimento su strada di merci, sono dotati di cassoni o di vani di carico più o meno grandi e, in certi casi, di particolari apparecchiature da lavoro

In generale il veicolo è dotato di uno o due sedili di fianco al conducente per eventuali passeggeri, composti da persone addette alla guida o direttamente collegate alle operazioni di carico e scarico delle merci trasportate.

Il posto di guida di un autocarro deve sempre essere protetto da eventuali spostamenti degli oggetti trasportati. Questo risultato viene ottenuto mantenendo separata la cabina dal vano di carico, oppure applicando un divisorio di protezione alle spalle del conducente in caso di carrozzeria ad unico vano (quest'ultima soluzione è particolarmente diffusa nei veicoli commerciali, tecnicamente appartenenti alla categoria N1, data la loro impostazione automobilistica).


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